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COMMUNITY GARDEN, UN GIARDINO DI FIORI E RELAZIONI/

novembre 21, 2015
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Seminare, zappare, innaffiare, raccogliere. E farlo insieme attraverso la condivisione e la cooperazione. Questo è il community gardening: un fenomeno nato negli Stati Uniti e sempre più diffuso in tutto il mondo. Un luogo inizialmente abbandonato, poi trasformato e interamente coltivato da volontari amanti della natura e dell’agricoltura.

Un community garden o giardino condiviso – in italiano – può sorgere da qualsiasi parte: sulla terrazza di un grattacielo a New York o nel cortile di una borgata romana. Può essere pubblico o privato. Produrre fiori, piante, ortaggi o semplicemente relazioni sociali.

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I giardini condivisi rappresentano per le città preziosi esempi di riqualificazione urbana ed è per questo motivo che numerose metropoli nel mondo stanno abbracciando questa filosofia.

Uno dei community garden più famosi si trova in Inghilterra, ed è il Culpeper Community Garden definito “il polmone verde di Londra” che oltre ad essere un progetto comunitario per l’ambiente è anche un parco pubblico: aperto 365 giorni all’anno per dare la possibilità, anche ai visitatori occasionali, di godersi un momento all’aria aperta in qualsiasi stagione.

In Italia, infatti, questa pratica si sta piano piano diffondendo. Sempre più spesso, si sente parlare di questi “nuovi giardini” nei centri cittadini. Tra i più noti e belli da vedere ci sono Orti Dipinti a Firenze, OrtoCollettivo a Genova, Alba Orti Viventi a Milano.

“Il bello del giardinaggio: le mani nello sporco, la testa baciata dal sole, il cuore vicino alla natura. Coltivare un giardino non significa nutrire solo il corpo, ma anche l’anima”.

Scriveva il poeta inglese Alfred Austin nel 1913, oggi è ancora così.

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