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PONTI VERDI: le eco-strutture per gli animali

giugno 7, 2018
PONTI ANIMALI1

Avete mai pensato a quali conseguenze subisce la natura quando una nuova grande infrastruttura viene costruita?

La costruzione di una nuova strada, o di una qualsiasi altra struttura artificiale di grande portata, ha un enorme impatto sull’ambiente in cui nasce e fra gli effetti collaterali da tenere conto c’è anche quello sulla fauna locale. Un habitat naturale tagliato in due da una superstrada, ad esempio, ha forti conseguenze sugli animali selvatici. Prima di tutto il contatto fra veicoli e animali spesso provoca la morte di quest’ultimi, inoltre la barriera artificiale rende difficile procurarsi cibo e acqua per moltissime specie e diminuisce drasticamente le possibilità di riproduzione e, di conseguenza, la diversità genetica.

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Le barriere sono sempre esistite, per alcuni animali infatti può esserlo anche un corso d’acqua. Ma l’uomo ha aumentato fortemente le interruzioni territoriali, che sul lungo periodo possono portare addirittura all’estinzione di alcuni animali. Tali infrastrutture hanno effetti anche immediati, ad esempio possono tagliare in due il percorso di una migrazione stagionale e quindi portare grossi problemi alla specie animale abituata a seguire sempre lo stesso tragitto.

Per sopperire a questo problema esistono delle strutture costruite appositamente ed unicamente per gli animali. Sono ponti, cavalcavia, sottopassi o tunnel ricoperti di terra e vegetazione, che permettono alla fauna locale di attraversare tranquillamente l’infrastruttura artificiale che altrimenti sarebbe stata un ostacolo. Ed il passaggio degli esseri umani su queste strutture verdi è vietato ed eventualmente multato.

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Alcuni esempi di tali opere si trovano in Canada, Australia, Paesi Bassi, Germania e anche in Italia: nel Banff National Park (Canada) troviamo una quarantina di strutture costruite per il superamento di una sola strada a quattro corsie molto trafficata; in Australia nell’Isola di Natale esiste un cavalcavia per la migrazione dei granchi rossi dall’entroterra verso il mare e nei Paesi Basi troviamo il ponte verde più lungo in assoluto, circa mezzo miglio unicamente dedicato alla fauna selvatica.

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I ponti per gli animali sono apparsi per la prima volta in Francia intorno alla metà degli anni 50. Alcuni anni fa grazie ad una campagna di sensibilizzazione e ad una raccolta fondi organizzate dalla guardia forestale Gerhard Klesen, è stato costruito un ponte per soli animali a Schermbeck in Germania. Il primo ospite di questo ponte è stato un cinghiale che ha attraversato la struttura verde costruita appositamente per permettergli di superare la strada che taglia in due il suo habitat naturale. Gli altri animali che lo utilizzano sono volpi, lepri e pipistrelli. Inoltre la Germania ha in programma di costruire altre 100 strutture simili nel prossimo decennio.

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In Italia la regione con più strutture verdi è il Friuli Venezia Giulia: nel suo territorio sono presenti 4 ponti verdi lunghi fino a 800 metri, 4 tunnel sotterranei e 50 sottopassi. Ogni opera è pensata appositamente per la fauna del luogo e per le sue necessità, grazie a progetti come questi si salvano moltissimi animali e diminuisce l’impatto ambientale dell’infrastruttura artificiale su di essi.

 

Credits: www.greenme.it

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MOSES BRIDGE: camminare tra le acque

maggio 15, 2018
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Esiste un ponte in Olanda che vi farà sentire Mosè per qualche minuto. È un ponte pedonale costruito come una trincea dentro un fossato difensivo, attraverserete quindi l’acqua senza toccarne una goccia.

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Ci troviamo nei Paesi Bassi, precisamente ad Halsteren nel comune di Bergen op Zoom.  L’attrazione da raggiungere è il Fort de Roovere, una struttura difensiva del 17esimo secolo a forma di stella e circondata da un fossato. Il Moses Bridge è nato dalla necessità di un ponte per attraversare il corso d’acqua e la sua particolarità è che non si sviluppa verso l’alto partendo da un punto A per raggiungere un punto B, ma prende una strada tutta sua e decide di scomparire attraversando l’acqua.

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Il progetto è stato portato avanti dagli architetti dello Studio RO&AD con sede nei Paesi Bassi, data la natura difensiva del sito storico hanno pensato di immaginare un ponte che risultasse “invisibile” da lontano, e quindi introvabile per i nemici.

È una trincea subacquea che ha le fiancate ad un’altezza per cui attraversarla significa quasi scomparire. Il legno scelto è della varietà Accoya ed è stato impermeabilizzato da una membrana EPDM, nel complesso il materiale è atossico e antifungo.

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Sono due i punti di vista più suggestivi della struttura: il primo è il ponte visto dall’alto che scompare fra le acque, il secondo è la vista mentre si attraversa la passerella, quando sembra di essere immersi nell’acqua e il paesaggio naturalistico diventa fantastico.

Il ponte è stato pensato proprio per mimetizzarsi con il paesaggio circostante e per non intaccare la zona storica che ormai è diventata una meta turistica dove passeggiate e piste ciclabili la attraversano interamente. Nel rispetto del sito storico gli architetti hanno deciso di inserirsi senza deturpare il paesaggio e la natura circostante, hanno quindi preferito un approccio caratterizzato dall’intreccio e dalla fusione che ha portato ad un bellissimo e misterioso risultato.

Credits: http://themuseumtimes.com

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EDILIZIA GREEN: la prima Città-Foresta in Cina

aprile 17, 2018
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Oggi l’architettura che sta al passo con i tempi è quella green, quell’architettura che vuole sfidare il cambiamento climatico e creare ambienti sani dove vivere. Il progetto italiano Liuzhou Forest City va proprio in questa direzione. Una città immaginata per essere interamente green, in tutti i sensi.

La città foresta è la prima del suo genere ed è stata progettata dallo Studio Stefano Boeri Architetti. Parliamo dello stesso Boeri che ha disegnato il famosissimo Bosco Verticale a Milano, un format architettonico riproposto anche in altre città nel mondo.

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La Forest City verrà costruita in Cina, a nord di Liuzhou nella provincia meridionale dello Guangxi in un’area di 175 ettari lungo le rive del fiume Liujiang. Nel 2020 verrà ultimata e il risultato sarà una vera e propria città con uffici, case, alberghi, scuole e un ospedale. La caratteristica fondante di questo futuristico centro urbano saranno le piante, poiché non ricopriranno solo le strade ma anche le pareti di tutte le strutture.

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Una città pensata per combattere l’inquinamento atmosferico che conterà 30.000 abitanti, 40.000 alberi e 1 milione di piante. Grazie a tutto questo verde nell’area urbana verranno assorbite circa 10.000 tonnellate di CO2 e 57 tonnellate di polveri sottili, inoltre verranno prodotte indicativamente 900 tonnellate di ossigeno. Sarà un insediamento urbano che dal punto di vista energetico sarà totalmente autosufficiente, grazie alla geotermia per il condizionamento interno e ai pannelli solari predisposti sui tetti. Inoltre sarà attraversato da auto elettriche e collegato alla città di Liuzhou da una linea ferroviaria veloce.

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Le piante e gli alberi protagonisti del progetto miglioreranno sensibilmente la qualità dell’aria, ridurranno la temperatura percepita, creeranno una barriera al rumore e infine incrementeranno la biodiversità dell’area. Il progetto vuole creare una città ad impatto zero, green ed ecosostenibile che rappresenti la città del futuro.

Credits https://www.stefanoboeriarchitetti.net