Vi siete mai chiesti che fine fa il cibo che avanza dalle bancarelle del mercato? Probabilmente no, perché se così fosse fareste parte del gruppo di studenti e designer della Willem de Kooning Academie di Rotterdam che ha creato un innovativo materiale di origine vegetale recuperando le bucce della frutta scartata e realizzando un’intera collezione di borse.
Un open space, una tavola lunga 20 metri e una cucina a vista. Così si presenta lo spazio che ospita l’evento Cene Clandestine in via Mandrione a Roma.
Il progetto nasce dalla testa del fotografo, designer e regista Pippo Onorati che insieme a Mammanannapappacacca, la sua società di comunicazione, organizza le serate con cadenza mensile.
Seminare, zappare, innaffiare, raccogliere. E farlo insieme attraverso la condivisione e la cooperazione. Questo è il community gardening: un fenomeno nato negli Stati Uniti e sempre più diffuso in tutto il mondo. Un luogo inizialmente abbandonato, poi trasformato e interamente coltivato da volontari amanti della natura e dell’agricoltura.
Un community garden o giardino condiviso – in italiano – può sorgere da qualsiasi parte: sulla terrazza di un grattacielo a New York o nel cortile di una borgata romana. Può essere pubblico o privato. Produrre fiori, piante, ortaggi o semplicemente relazioni sociali.